lunedì 26 dicembre 2011

LA TELEVISIONE

E’ uno dei mezzi di comunicazione più conosciuti e più utilizzati al mondo, consistente nella trasmissione a distanza di immagini e suoni.

Considerata concettualmente un'evoluzione della radio, che poteva trasmettere solo suoni, fu parallelamente sviluppata da diversi gruppi di lavoro in diversi paesi (è quindi arduo individuare una reale primogenitura), anche per finalità militari e fu resa disponibile al pubblico subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.
La sua semplicità d'uso e l'attuale basso costo l'hanno portata ad affiancare sempre più efficacemente i giornali e la radio come fonte di informazione e, soprattutto, di svago.

Cronologia dell'evoluzione della televisione nel mondo e in Italia
Soprattutto nei primi tempi l’evoluzione della televisione ebbe un andamento molto discontinuo.
1884: ci sono i primi esperimenti di trasmissione “elettromeccanica” di immagini.
1897: viene inventato il tubo catodico.
1925: la televisione esisteva come tecnologia sperimentale.
1929: sempre in via sperimentale nasce la televisione a colori.


1936: il 22 marzo viene messo in onda dalla Germania nazista il primo programma televisivo regolare del mondo in occasione della XI Olimpiade di Berlino.
1936: inizia in Italia il monopolio della RAI.
1939: vicino Roma, entra in funzione un trasmettitore sperimentale televisivo dell'EIAR(Ente italiano per le audizioni radiofoniche).
1941: 1 luglio la NBC americana trasmette il primo spot pubblicitario televisivo (riguarda un orologio)
1947: i delegati di 60 paesi presenti alla Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni di Atlantic City decidono di chiamare "televisione" (in sigla "TV") la trasmissione a distanza delle immagini in movimento.
1954: il 3 gennaio alle ore 11.00 ha inizio il servizio televisivo italiano sul Programma nazionale (RAI 1)
1956: le VII Olimpiadi invernali di Cortina d'Ampezzo sono le prime ad essere trasmesse in mondovisione.
1961: il 4 novembre cominciano le trasmissioni del Secondo Programma (RAI 2)
1964: in California nasce la prima pay-tv. Nello stesso anno, la XVIII Olimpiade di Tokyo è il primo evento televisivo trasmesso da un satellite.
1966: Nasce Telediffusione Italiana Telenapoli, la prima televisione libera italiana via cavo.


1969: tra il 20 e il 21 luglio l'uomo sbarca sulla Luna: 28 ore consecutive di diretta televisiva via satellite vengono seguite in mondovisione da più di 500 milioni di persone.
1971: Telediffusione Italiana Telenapoli introduce in Italia il colore nella TV via cavo, con 6 anni d'anticipo rispetto alla RAI.
1974: nascono le prime televisioni libere italiane via etere (verranno legittimate 2 anni dopo): Canale 21 (Napoli), Telealtomilanese (Busto Arsizio), GBR (Roma).
1976: nasce nel quartiere di Milano 2 l'emittente Telemilanocavo, fondata da Giacomo Properzj e Alceo Moretti. Due anni dopo l'emittente sarà comprata da Silvio Berlusconi.

1977: la RAI introduce nella tv italiana via etere il colore, già presente da tempo in altri paesi.
1979: il 15 dicembre iniziano le trasmissioni di RAI 3
1980: TeleMilano viene trasformata in capofila del network nazionale Canale 5.
1994: il formato tv passa dai 4/3 (rapporto fra larghezza e altezza) ai 16/9, avvicinandosi ai formati panoramici utilizzati solitamente nel cinema.
1997: compare sul mercato il primo televisore al plasma.
2000: la tecnologia LCD, nata per i monitor dei p.c., viene adottata anche nella costruzione degli apparecchi televisivi.
2003: il 1 dicembre il network televisivo Mediaset comincia le trasmissioni digitali terrestri.
2004: il 3 gennaio la RAI inizia a sua volta il servizio di trasmissione digitale terrestre.
2005: Mediaset e La7 lanciano sul digitale terrestre la pay-per-view di vari eventi
2006: L'emittente satellitare SKY Italia inizia a trasmettere eventi in Alta Definizione' su quattro canali tematici.Veicolo per fare conoscere la nuova tecnologia sono proprio le partite dei mondiali di calcio.

 

La televisione in Italia

In Italia le prime prove di diffusione della televisione furono effettuate a partire dal 1934, e, nel 1949, ci fu già una trasmissione sperimentale dalla Triennale di Milano presentata da Corrado, ma il servizio regolare cominciò soltanto dal 3 gennaio 1954, a cura della RAI, in bianco e nero.
Il segnale arrivò su tutto il territorio nazionale due anni dopo, e a quel momento gli abbonati erano ancora relativamente pochi - 360.000 - a causa del costo elevato degli apparecchi.
Dagli anni Cinquanta la diffusione della tv crebbe a ritmi stupefacenti, come precedentemente accaduto sul mercato americano.
In quegli anni la televisione era un bene di lusso che pochi italiani potevano permettersi, tanto che i bar o le case dei propri vicini diventarono luoghi prediletti per visioni di gruppo, soprattutto in occasione delle trasmissioni del primo e subito popolarissimo telequizitaliano, i primi pionieri furono Mario Riva con Il Musichiere, e Mike Bongiorno con Lascia o raddoppia?.
Negli anni '60, con il progresso dell'economia, il televisore divenne accessorio di sempre maggior diffusione, sino a raggiungere anche classi sociali meno agiate; l'elevato tasso di analfabetismo riscontrato fra queste suggerì la messa in onda di Non è mai troppo tardi (1959-1968), un programma di insegnamento elementare condotto dal maestro Alberto Manzi e che, è stato stimato, avrebbe aiutato quasi un milione e mezzo di adulti a conseguire la licenza elementare.
Almeno nella fase iniziale la televisione italiana era una delle più pedagogiche al mondo. Le sue finalità erano certamente educative e se da un lato, non cercando il consenso dei telespettatori, era considerata soporifera, ha indubbi meriti nei confronti di una situazione di partenza di una nazione arretrata e culturalmente divisa. Non è solo una battuta umoristica dire quindi che, almeno a livello linguistico, "L'unità d'Italia non l'ha fatta Garibaldi, ma l'ha fatta Mike Bongiorno."
Anche le tappe successive dello sviluppo televisivo italiano indicano un ritardo rispetto agli altri paesi europei: solo nel 1961 iniziarono le trasmissioni del secondo canale RAI e la terza rete tv arrivò tra la fine del 1979 e l'inizio del 1980 (come da riforma del 1975), sempre nello stesso anno nasce TeleMilano 58 che diventa Canale 5.
Il decennio successivo vide l'affermazione delle emittenti private di Silvio Berlusconi e il loro immediato successo (con l'aiuto di Bettino Craxi, che con un decreto legalizzò la tv privata a carattere nazionale, che prima era illegale per il monopolio di stato RAI).
La proliferazione di emittenti televisive ha richiesto a più riprese interventi legislativi di regolamentazione, nessuno dei quali è ovviamente uscito indenne da polemiche. In particolare si ritiene che la situazione italiana, bocciata da diverse associazioni sovranazionali a causa della presunta concentrazione di mass-media nelle mani di Silvio Berlusconi, sia in contrasto con il fondamentale articolo 21 della Costituzione (libertà d'espressione), almeno nel delicatissimo campo tv: Rai e soprattutto Mediaset si spartiscono il 90% di risorse pubblicitarie e ascolti, una concentrazione che non ha eguali in Europa dove si arriva al massimo al 75%.

Funzionamento

Mentre per l'audio poteva agevolmente utilizzarsi la tecnologia della radio, per la ripresa, la trasmissione e la ricezione delle immagini dovevano studiarsi nuove forme tecniche da affiancare.
Partendo dal concetto della persistenza delle immagini sulla retina umana, si pensò di rendere su uno schermo idoneo (televisore) un'immagine elettronica scandita altrove da una telecamera e trasmessa via radio.

La trasmissione di programmi televisivi si realizza, come nel caso della radio, sfruttando le onde elettromagnetiche. Sia i suoni sia le immagini sono trasformati in segnali elettrici e trasmessi come onde ad altissima frequenza.
I suoni vengono trasmessi con lo stesso sistema della radio. La trasformazione delle immagini in segnale elettrico richiede invece un procedimento decisamente più complesso, e avviene per mezzo della telecamera.

La telecamera in bianco e nero

La telecamera è composta fondamentalmente da un tubo di ripresa e da un obiettivo, costituito da lenti, che riceve i raggi luminosi dell’immagine e li concentra su una piastra ricoperta da una sostanza fotosensibile. Questa piastra, colpita dai raggi del sole incanalati dalle lenti, emette elettroni: più luce colpisce una parte della piastra, più elettroni sono ceduti dalla stessa.
Poiché l’elettrone possiede una carica negativa, le parti della piastra che hanno ceduto elettroni assumono carica positiva.
Pertanto l’oggetto inquadrato dalla telecamera dà origine a una carica più o meno forte nelle varie parti della piastra, che rappresenta la sua immagine elettrica.
Gli elettroni ceduti dalla piastra si muovono verso un’altra piastrina detta bersaglio.
All’interno della telecamera è presente anche un dispositivo chiamato cannone elettronico che, contemporaneamente, spara un raggio di elettroni sull’altra faccia della piastra bersaglio.
Tale raggio non sta fisso in un punto ma scorre lungo tutta la superficie della piastra con un andamento simile a quello di chi legge una pagina da un libro: da sinistra a destra sulla prima riga, poi sulla seconda e via di seguito per un totale di 625 righe. La lettura di tutte le 62 righe viene effettuata in 1/25 di secondo! Questo vuol dire che in un solo secondo la lettura dell’intera piastra viene fatta per ben 4 volte!
Quando il suddetto raggio colpisce ogni punto della piastra, cede alla stessa una quantità di elettroni che dipende dalla carica presente in quel punto; in questo modo il raggio riesce a rilevare l’immagine elettrica  della piastra corrispondente a quella dell’oggetto inquadrato, costituita da una variazione del numero di elettroni presente nel raggio. Il valore della corrente varia da un livelo minimo, corrispondente ai punti neri dell’immagine, ad un livello massimo, corrispondente ai punti bianchi, assumendo valori intermedi per i grigi.
Il raggio è poi riflesso all’indietro e, poiché è costituito da un flusso di elettroni, viene raccolto e fatto uscire dalla telecamera in un cavo conduttore sotto forma di una corrente elettrica variabile, che può essere trasmessa per mezzo di onde radio.
telecamera1
La telecamera a colori
Quando si vuole ottenere un’immagine a colori occorre una telecamera che abbia tre tubi, cioè uno per ciascuno dei tre colori fondamentali: rosso, verde e blu, direttamente correlati ai tre colori fondamentali della gamma cromatica magenta, giallo e ciano.

La scomposizione delle immagini in tre colori avviene per mezzo di un sistema di specchi speciali, detti dicroici, che sono in grado di riflettere un solo colore alla volta. All’uscita della telecamera, pertanto si ottengono tre segnali elettrici che vengono inviati alla stazione trasmittente.
 telecamera2
La trasmissione delle immagini
I segnali provenienti dalla telecamera sono uniti a onde portanti, trasformate in onde radio con lo stesso processo impiegato per la radio e trasmessi attraverso lo spazio, utilizzando potenti antenne.
La trasmissione delle immagini però è molto più complessa, non solo perché si utilizzano frequenze 300 volte più elevate di quelle utilizzate per la radio, ma anche perché le onde viaggiano solo in linea retta, per cui si devono portare le antenne nelle posizioni più elevate possibili. Per superare le distanze più grandi, come quelle costituite dall’attraversamento degli oceani, è indispensabile l’uso di satelliti artificiali che, girando alla stessa velocità della Terra, si trovano sempre nella stessa posizione rispetto alle stazioni trasmittenti.


Il televisore a tubo catodico
I segnali trasmessi dalle stazioni trasmittenti sono ricevuti da antenne e portati, attraverso un cavo conduttore, ai singoli televisori posti nelle abitazioni. In questi apparecchi un sintonizzatore, come per la radio, permette di selezionare la sola frequenza del canale desiderato. Il segnale viene amplificato e suddiviso nelle sue parti audio e video.
Il segnale audio subisce il medesimo processo di demodulazione e amplificazione dell’apparecchio radio e viene inviato all’altoparlante.
Il segnale video viene suddiviso nei tre colori fondamentali e mandato al tubo catodico, in cui i segnali sono trasformati nuovamente in immagine.
Il tubo catodico è composto da un tubo di vetro, in cui è stato fatto il vuoto, che ad una estremità si allarga fino a formare lo schermo. Sulla parte interna dello schermo è steso uno strato di punti fluorescenti, detti fosfori, composti da tre sostanze chimiche diverse che, colpite da un raggio di elettroni, si illuminano ciascuna di un colore diverso: rosso, verde, blu.
I tre raggi, dei tre colori, passano attraverso una piastra forata in modo da essere indirizzati a colpire un’unica zona che va a colorarsi più o meno intensamente a seconda dell’intensità del raggio stesso.
I raggi percorrono tutti insieme lo schermo suddiviso in 625 righe e riproducono l’immagine ripresa dalla telecamera.


I televisori ultrapiatti
Uno dei problemi dei televisori a tubo catodico è quello di avere uno schermo curvo che in parte deforma l’immagine. Inoltre è parecchio profondo, e per questo ingombrante.
Tale problema è stato risolto con l’ultima generazione degli schermi ultrapiatti a cristalli liquidi (usati per lo più per i computer portatili) e quelli al plasma, usati soprattutto per i televisori.


Gli schermi a cristalli liquidi
Il cristallo liquido è costituito da una sostanza che assume forma solida cristallina o liquida, passando dall’una all’altra per effetto di un piccolo cambiamento di temperatura. Questa sostanza viene posta fra due superfici di vetro (o plastica), rivestite all’interno da pellicole conduttrici di elettricità, anch’esse trasparenti, che permettono di applicare a ogni cella una tensione derivante dall’immagine elettrica che si vuole riprodurre. A seconda del valore della tensione, la cella provoca una diversa polarizzazione della luce e quindi, un diverso colore che appare sullo schermo.
Questi schermi hanno un duplice pregio: sono sottili e non emettono pericolose onde elettromagnetiche. Un loro limite è che si possono vedere bene solo ponendosi esattamente di fronte ad essi: quando li si guarda con una inclinazione di oltre 30°, le immagini diventano praticamente indistinguibili.


Gli schermi al plasma
Gli schermi al plasma sono composti da due strati di vetri ricoperti da elettrodi metallici e da una sostanza fluorescente.
Fra i due strati è iniettata una miscela di gas nobili che, quando sono sollecitati da impulsi elettrici, si illuminano riproducendo tutta la gamma dei colori.
Sono un’importante evoluzione degli schermi a cristalli liquidi, poiché ne mantengono i pregi e ne superano i difetti: godono della possibilità di una buona visione anche con una inclinazione fino a 50°.


Gli schermi O-LED
OLED è l'acronimo di Organic Light Emitting Diode ovvero diodo organico ad emissione di luce.
Tecnologia che permette di realizzare display a colori con la capacità di emettere luce propria: a differenza dei display a cristalli liquidi, i display OLED non richiedono componenti aggiuntivi per essere illuminati, ma producono luce propria; questo permette di realizzare display molto più sottili e addirittura pieghevoli e arrotolabili, e che richiedono minori quantità di energia per funzionare.
A causa della natura monopolare degli strati di materiale organico, i display OLED conducono corrente solo in una direzione, comportandosi quindi in modo analogo a un diodo; di qui il nome di O-LED, per similitudine coi LED.

Un display OLED è composto da vari strati sovrapposti: su un primo strato trasparente, che ha funzioni protettive, viene deposto uno strato conduttivo trasparente che funge da anodo; successivamente vengono aggiunti 3 strati organici: uno per l'iniezione delle lacune, uno per il trasporto di elettroni, e, tra di essi, i tre materiali elettroluminescenti (rosso, verde e blu), disposti a formare un unico strato composto da tanti elementi, ognuno dei quali formato dai tre microdisplay colorati. Infine, viene deposto uno strato riflettente che funge da catodo. Nonostante la molteplicità di strati, lo spessore totale, senza considerare lo strato trasparente, è di circa 300 nanometri.

"Progetto Tecnologia - Vol.B" (Benente, Ferraiolo, Vitale - Ed. Paravia)
"Educazione Tecnica" (Arduino, Moggi - Ed. Lattes)
"Conquiste tecnologiche" (Cugini, Franceschi, Femina, Vitale - Ed. Paravia)