SISTEMI DI PRODUZIONE AUDIO/VIDEO
CD/DVD/BLU-RAY
Tutti e tre sono dischi in
policarbonato con all’interno uno strato di alluminio. La differenza sta nel
tipo di raggio laser che incide i solchi
di alluminio e che poi li legge.
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CD: raggio laser infrarosso
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DVD: raggio laser rosso
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BLU-RAY: raggio laser blu
La lunghezza d’onda della luce laser, passando
dall’infrarosso al blu, diventa sempre più piccola (405nm del dvd contro i
650nm del BD), incidendo sul disco fori con dimensioni sempre minori. Per tale
ragione un disco BD può immagazzinare più dati di un DVD e di un CD, che non
hanno quindi la capacità necessaria per immagazzinare i dati necessari alla
definizione HD. Inoltre il BD può contenere fino a 16 strati di incisioni
(layer).
Ma non
e’ solo un discorso di capacità. Con il Blu-ray la velocita’ di trasferimento
video/audio può arrivare a 54 Mbps rispetto ai 10 Mbps dei DVD tradizionali.
Grazie alla tecnologia Blu-ray i contenuti audio non devono obbligatoriamente essere compressi e quindi ne deriva una qualità superiore.
Grazie alla tecnologia Blu-ray i contenuti audio non devono obbligatoriamente essere compressi e quindi ne deriva una qualità superiore.
Il
Compact Disc (CD) è composto da un disco di policarbonato trasparente,
generalmente di 12 centimetri di diametro, accoppiato nella parte superiore ad
un sottile foglio di materiale metallico sul quale, nella parte inferiore
vengono memorizzate le informazioni come successioni di "buchi" e
"terre" (in inglese "pits" e "lands")
successivamente letti per mezzo di un laser (per questo motivo sono detti anche
dischi ottici).
I CD hanno una struttura paragonabile a quella dei normali dischi
musicali: i dati sono ordinati lungo un'unica traccia a forma di spirale,
un'organizzazione quindi molto diversa da quella dei dischi magnetici (hard
disk e floppy disk). La spirale parte al centro (contrariamente ai dischi in
vinile) e procede verso l'esterno, permettendo così di avere CD più piccoli
dello standard (per esempio i mini-CD o i CD a forma di carta di credito).
Nei primi anni il
progetto fu inizialmente seguito da una joint venture tra DuPont (un'azienda chimica
tra le più note al mondo, esperta di policarbonato )e Philips. Gli studi preliminari misero in luce che lo sviluppo del
CD avrebbe consentito la creazione un disco con una capacità oltre 600 MB di dati e probabilmente oltre
un'ora di musica in formato digitale. La cosa non entusiasmò i manager DuPont
per via degli enormi investimenti
richiesti: tenendo conto che i personal computer di allora avevano memorie
da 64 KB a 4 MB e hard disk da 20 MB, la capacità del nuovo supporto sarebbe stata esagerata in
confronto alle reali necessità dell'epoca. Anche per la musica era impensabile
che il mondo intero sostituisse i giradischi e i registratori con i nuovi
costosissimi lettori di dischi ottici, ed in eff etti la cosa non avvenne a
livello di massa per i successivi venti anni. Il management DuPont rifiutò il progetto e chiese
quindi a Philips di continuare da sola, costringendo così la stessa a cercare
altre alleanze per lo sviluppo del supporto. Di fatto la progettazione del CD
nella sua configurazione definitiva risale al 1979, e si deve ad una nuova joint venture della Philips con
l'azienda giapponese Sony.
Il DVD, acronimo
di Digital Versatile Disc (in
italiano Disco Versatile Digitale, originariamente Digital Video Disc, Disco
Video Digitale) è un supporto di memorizzazione dati di tipo ottico, utilizzato per la
riproduzione di file Video (DVD-Video) e
Audio (DVD-Audio). I DVD hanno una capacità di 4,7 GB per lato, per un totale
di 9,4 GB per disco e vengono
scritti a 0,6mm di profondità. Hanno
qualità delle immagini full HD a 1080p il che
equivale ad una sbalorditiva risoluzione di 1900×1080
pixels. I DVD hanno un
diametro totale di 12 cm e
possono essere a “double layer”
(doppio lato), cioè può essere inciso da
tutti e due i lati o a “single layer”
(lato singolo), incidibile da un solo lato. La memorizzazione delle
informazioni avviene sullo “strato di incisione“,
tramite un laser, focalizzato su esso, che
ne modifica la riflettività, riproducendo la sequenza 0, 1 di bit.
Il
Blu-Ray Disc (BD) è un
disco di supporto dati, introdotto sul mercato dalla Sony nel
2002, utilizzato per la memorizzazione e la riproduzione di
filmati ad alta definizione. Il termine “Blu” è stato utilizzato al
posto della parola inglese “Blue”, poichè una parola usata nella lingua
corrente non può essere utilizzata come marchio registrato.
Per vedere i Blu-Ray è
necessario avere un apposito lettore che utilizza un laser a luce blu (a differenza della luce rossa utilizzata nei
lettori DVD), che però è in grado di
riprodurre anche i normali DVD.
Un disco Blu-Ray
single layer contiene 25GB di
memoria (quindi una capacità pari a più di 5 DVD single layer): anche se questa
capacità sembra enorme, bisogna considerare che un BD single layer può
contenere solo circa 2 ore di
filmato in alta definizione. Per aumentare la capacità di memoria, oltre
all’utilizzo dei dischi a doppio strato (50 GB),
sono stati creati dei codec per
comprimere e migliorare l’acquisizione dei dati. I dischi Blu-Ray hanno un diametro di 12
cm, pari a quello dei normali DVD, ma i
dati sono incisi a soli 0,1mm di
profondità sotto la superficie, inoltre la qualità delle immagini full HD è a 1080 pixel. La
nuova frontiera dei Blu-Ray è il 3D, per i quali è necessario
possedere lettori e televisori compatibili,
accompagnati da appositi occhialini.
VECCHIE APPARECCHIATURE:
VINILE E MUSICASSETTA/VIDEOCASSETTA
Il disco in vinile è un disco in plastica
nera di 30 cm di diametro (LP). Ogni superficie è incisa da un lunghissimo
solco disposto a spirale, che riproduce la traccia sonora grazie a ondulazioni
trasversali, dovute al suo andamento irregolare.
Nella sala di registrazione la
modulazione del suono, trasformata in segnale elettrico da un microfono, viene
trasferita su un disco in plastica da una punta, messa in vibrazione
trasversale, che incide la superficie. Da questo primo disco si ricava la
matrice di nichel detta master, da cui si ottengono migliaia di copie in vinile
mediante stampaggio.
Il disco viene letto da un giradischi, che ha una puntina durissima
che scorre nel solco per “leggere” le ondulazioni trasversali, che la testina
ritrasforma in segnale elettrico.
Nel 1947 comparve
il disco a 33 giri, chiamato long playing (LP) perché conteneva ben 25 minuti
di musica per facciata. Nel 1949 comparve anche il disco a 45 giri, che
conteneva circa 15 minuti di musica per facciata.
Il registratore a cassette ha
una testina formata da due archi di materiale magnetico (traferri) che si
fronteggiano. Durante la registrazione,
nel filo di rame passa la corrente elettrica che genera un campo magnetico,
il quale orienta, come tante piccole calamite, i cristalli sul nastro.
Durante la
riproduzione, i cristalli orientati ripassano davanti al traferro e modificano
il campo magnetico provocando una corrente elettrica variabile nelle bobine.
Questo segnale elettrico passa nell’amplificatore e poi nei diffusori.
Nella videocassetta, il procedimento audio è analogo e a questo viene abbinata una traccia magnetica video
NUOVE TECNOLOGIE AUDIO
Un
sistema di riproduzione audio molto diffuso oggi è lo standard MP3 (abbreviazione di MPEG Layer3) un
formato di compressione dati utilizzato per i file audio che ne riduce di
dodici volte l’ingombro senza modificare o alterare la qualità del suono,
consentendo la diffusione della musica su apparecchiature diverse dai
tradizionali impianti HI-FI (come ad esempio computer e internet).
Poiché
l’orecchio umano percepisce i suoni entro un determinato spettro di frequenza,
il sistema MP3 elimina quelli non udibili permettendo un notevole risparmio
nella lunghezza dei file. Per registrare un file in questo formato attraverso
il PC è necessario un microprocessore piuttosto veloce, una scheda audio e
alcuni programmi.
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